Bentornato/a sul nostro Diario di Bordo.
Abbiamo parlato di come proteggere la nostra salute e le nostre finanze. Oggi, allarghiamo lo sguardo e parliamo della nostra casa più grande: il Pianeta.
Ogni giorno, in milioni di case, compiamo un gesto semplice: versiamo un tappo di detersivo nel secchio. Ma ci siamo mai chiesti dove va a finire, veramente, quel liquido colorato e profumato? La risposta è un viaggio che finisce nei nostri fiumi, nei nostri laghi e nei nostri mari. E lascia una cicatrice invisibile.
I detergenti tradizionali sono un concentrato di sostanze chimiche complesse. Due tra le più problematiche sono:
I Tensioattivi di origine petrolchimica: Sono il "motore" pulente, ma sono derivati dal petrolio, una fonte non rinnovabile, e sono difficilmente biodegradabili. Una volta finiti nei corsi d'acqua, possono danneggiare la vita acquatica.
Le Microplastiche: Molti prodotti contengono microparticelle di plastica (a volte usate come agenti abrasivi o per incapsulare i profumi) che sono troppo piccole per essere filtrate dagli impianti di depurazione. Finiscono direttamente nei nostri mari, vengono ingerite dai pesci e rientrano nella nostra catena alimentare.
Sentirsi responsabili di questo può essere pesante. Ma la buona notizia è che abbiamo il potere di interrompere questo ciclo vizioso.
La filosofia della "Pulizia 3.0" si basa su un principio rivoluzionario: la pulizia più ecologica non è quella fatta con un detergente "un po' meno inquinante", ma quella fatta senza alcun detergente.
Sfruttando la potenza della fisica (una microfibra tecnologicamente avanzata) e il solvente più puro che esista (l'acqua), possiamo ottenere un'igiene superiore senza versare una sola goccia di inquinanti nei nostri scarichi.
Non si tratta di ridurre il nostro impatto. Si tratta di azzerarlo.
Ogni volta che scegliamo di pulire solo con l'acqua, non stiamo solo pulendo la nostra casa. Stiamo proteggendo un fiume, un lago, un pezzo di oceano. È un piccolo gesto che, moltiplicato per milioni di persone, ha il potere di guarire le cicatrici invisibili del nostro pianeta.
Massimo ed Emanuela